
Niente espadrillas in Sardegna e ho temuto il peggio. Ne avevo comprato un paio ad Alicante in giugno. Il modello di base “made in Spain” e “cocido a mano” mi era costato 5euro in una piccola zapateria di El Altet. Durata di vita 1 settimana! Poi in Friuli mi sono servita nella “dispensa” di casa dove ce n’erano 2 paia ancora da screare. Ho scelto il paio color rosso, garantito “made in italy”. Ottima tenuta! Questo paio è sopravvissuto a una ventina di giorni di lavori nei campi, potature e dirupi. Ho dovuto ricucirle e quando ho deciso di smetterle veramente non restava più gran cosa (vedi foto). Avrei voluto comprarne un altro paio ma come ho detto in Sardegna, almeno in provincia di Oristano, le espadrillas non si trovano più. Se ho capito bene è a causa della loro breve durata. La gente preferisce scarpe in plastica di origine cinese e quel che è peggio che quando si chiedono le Espadrillas * i commercianti propongono automaticamente delle similari “made in china”, rigorosamente nere all’esterno e bianche all’interno, felpate con tessuto sintetico e risuolate con gomma ancor più sintetica. Francamente orribili e piuttosto adatte ai climi invernali. Forse dureranno di più ma io non vedo l’ora che si rompano! Speriamo che la gente non si dimentichi quali sono le vere espadrillas e soprattutto che lo sparto una risorsa economica molto ecologica (aiuta a combattere l’erosione dei suoli nelle regioni di steppe aride). Di sicuro in Francia nessuno rischia di perdere questa conoscenza. A Parigi le espadrillas si trovano piuttosto facilmente. La scelta è ampia: si passa dal modello di base “made in Bangladesh” a 4.50 euro (prezzo minimo finora registrato in zona Place d’Italie), ai 20euro per il modello base di qualità “made in France”, fino a superare i 100euro per modelli in cuoio o decorati con varie tecniche e tessuti. Fin dal mio primo viaggio a Parigi avevo messo nella mia lista di negozi speciali un cordonnier del Marais che ha una vetrina interamente dedicata alle espadrillas. Le sue espadrillas sono care, ma sono belle e certi modelli veramente originali!
La ricerca quasi spasmodica delle espadrillas in Sardegna (la mia tesi è che se compro 10 paia di espadrillas a 5euro spendo 50euro e posso tranquillamente camminare per tutta l’estate allo stesso prezzo di un paio di scarpe di media qualità che forse durerebbero una stagione) mi ha fatto anche ripensare ai nostri scarpets furlans. Forse non tutti li conoscono, come il Friuli del resto. Gli scarpets sono delle scarpette con una tomaia in velluto o cotone pesante (normalmente sono ritagli avanzati dal confezionamento di tende e giacche) rivestite in cotone bianco (vecchie lenzuola). Anche la suola è fatta di strati di cotone sovrapposto e cucito a mano. Gli scarpets da lavoro sono ingegnosamente risuolati con la gomma delle ruote di bicicletta (naturalmente bucata☺). La versione festiva presenta una tomaia classicamente nera ornata da dei florus di montagne ricamati a mano. In comune con le espadrillas e forse altre scarpe tradizionali, le suole degli scarpets sono neutre, cioè inizialmente non si distingue la forma del piede destro da quella del piede sinistro. È il proprietario (o forse i piedi stessi) a decidere dove infilarsi e a dare forma a questo prezioso oggetto che proteggerà (alpargar) i piedi senza condizionare troppo la loro particolare forma (siamo d’accordo che non c’è un piede uguale all’altro). Senza sprecare pensieri su tutto un mondo di scarpe antinaturalistiche dotate di tacchi e punte e altre diavolerie che riflettono il piacere autodistruttivo degli esseri umani, rifletto ora su quelle scarpe apparentemente comode che hanno il pregio di assecondare la forma del piede. Non saranno un po’ viziose? Forse il disegno che imita la pianta costringe come o più di quello che la snatura. Perché non credere che la libertà sia uno spazio neutro capace di ospitare la nostra speciale forma?
* Chiamate anche alpargatas o esparteñas. Sono scarpe tradizionalmente usate dai contadini e di origine antichissima. Realizzate cucendo a mano una suola in sparto o altro cordame naturale (fibra vegetale), una tomaia in cotone e risuolando con gomma naturale.
