4.10.10

IL PROFUMO DEI CAPPERI

Torno da un lungo fine-settimana passato a scoprire le ricchezze di Trapani e Pantelleria. Curiosa di vedere da dove vengono “questi benedetti capperi”, ho preso dunque il comodissimo aereo che collega Charleroi a Trapani. Trapani è la città capoluogo della provincia che occupa il territorio ovest dell’Isola di Sicilia. Oltre alle più note cittadine di Marsala (dove sbarcarono i Mille e Garibaldi nell’intento risorgimentale di dar vita all’Italia), Mazara del Vallo (che lega la sua notorietà soprattutto alla pesca), San Vito lo Capo (famosa per il suo Couscous e per le spiagge bianchissime) e naturalmente la bellissima e impervia Erice (un paese gioiello incastonato sulla cima del monte Erice, giusto alle spalle di Trapani), il comprensorio di Trapani si estende anche alle isole Egadi (Favignana, Levanzo e Marettimo) e all’Isola di Pantelleria. Se Favignana è più nota per la mattanza del tonno e per le sue industrie conserviere, Pantelleria lo è per i suoi capperi IGP, per il Passito e per il suo profumatissimo origano. Qui, ovunque ci si giri si trova qualcosa da ammirare. Che sia un tramonto, un’alba, una roccia a forma di elefante, un fiore, un frutto, un’architettura o la semplice forma delle cose che in questo particolare punto della terra assumono dolci sembianze amiche. Così a Trapani mi sono sentita subito di casa e non ho perso tempo per trovare la strada verso i suoi tesori. A Trapani c’è un lungomare magnifico su cui si affacciano le case rosate dei pescatori, ci sono dei bastioni e una torre che finisce nel mare. Ci sono le granite e cannoli della storica pasticceria Colicchia (la granita al caffè vale da sola il viaggio a Trapani. Deliziosa quella al gelsomino, fatta con i veri fiori di gelsomino!). A Trapani ci sono i generosi e semplici piatti di trattoria (vi consiglio di andare da Antichi Sapori) dove si può mangiare lo sgombro appena pescato e una deliziosa frittura di pesci neonati (latterini e capuccetti). Ci sono poi le viuzze della medioevale Erice, arroccate sulla cima dell’omonimo monte raggiungibile con una modernissima funivia da cui si gode un panorama eccezionale sulla penisola di Trapani e sulle sue suggestive saline. A Erice è d’obbligo la sosta presso la pasticceria di Maria Grammatico, orfanella che ha saputo tramandare la tradizione secolare delle suore di clausura di Erice. Sono speciali le paste di mandorla, i cannoli, le cassate, i mostaccioli, i bucellati di fichi e la frutta martorana da conservare nelle coloratissime scatole di legno siciliane. Da qui si ridiscende verso la città illuminata e il suo porto pieno di navi. Il mio viaggio continua… M’imbarco per Pantelleria dove mi risveglio come in un sogno. Ad attendermi c’è Marilena che con il suo entusiasmo e la sua solare bellezza comincia a raccontarmi “l’isola dei capperi”. Per la cronaca, Marilena e Alessandro sono i nostri fornitori di capperi, quelli della ditta Kazzen, nome della località situata a pochi chilometri dal paese di Pantelleria. Subito andiamo in azienda e vediamo come funzionano le cose. Conosco Alessandro che è intento a setacciare i capperi (i frutti, infatti, hanno un calibro diverso che ne determina l’impiego). Ci sono delle nuove marmellate e vari prodotti in preparazione. La specialità di questo periodo è l’elisir di passito, un “miele” che si ottiene dal mosto dell’uva zibibbo. È un prodotto straordinario che non avevo ancora mai assaggiato e che ovviamente si troverà presto in vendita da Mmmmh! Ottimo per accompagnare i formaggi, dolcificare tè e tisane o semplicemente per arricchire una fetta di pane. L’odore dei capperi in salamoia è penetrante e tipico, non potrò mai dimenticarlo! Basta lavorare! Marilena mi accompagna per Cale (così si chiamano i luoghi dell’isola) e paesaggi strepitosi: il lago Specchio di Venere, il laghetto delle Ondine, le fonti di acqua calda termale, la sauna della Grotta di Benukulà, le antiche tombe di Gibelé e la fossa del Russo, la Montagna Grande. Vediamo le viti bassissime e gli ulivi, vediamo i fichi d’india e le palme. La Macchia pantesca rivela colori straordinari e aspetti contrastanti di un mondo al limite tra il continente europeo e quello africano. L’origine vulcanica è indimenticabile: ovunque sono i segni dell’attività che anima il fondo di questo mare. Ho anche la fortuna di poter fare un bagno (il mio primo bagno di ottobre) nelle acque calde di Cala Gadir e poi un giro in barca intorno all’Isola. Tra le altre scopro dei biscotti al sesamo e dei cantucci che sono l’ideale accompagnamento per il Vin Passito di Pantelleria (che presto assaggerete!). La cucina pantesca è semplice e sincera. Pochi prodotti di grande qualità: capperi, olive, origano, pesce, … La pizza, il couscous e poi i ravioli panteschi (con il ripieno di ricotta, conditi con burro e salvia). Le ricette della tradizione si conservano fino a noi e si tramandano grazie al lavoro di famiglie come quella di Marilena e Alessandro (ci sono anche Camilla e Giorgia, due principesse di 13 e 6 anni). I prodotti tipici vengono selezionati e lavorati con cura per essere trasportati in tutto il mondo. Non solo capperi IGP al sale (i più rinomati e conosciuti). Ci sono quelli conservati nell’olio, i frutti del cappero, il paté di capperi e il pesto pantesco. Ci sono la crema di finocchietto selvatico, l’origano e l’uva zibibbo (secca, in confettura, in elisir) e poi il Passito. I prodotti di Kazzen sono il tesoro di Pantelleria e Marilena e Alessandro ne sono i custodi. Verranno presto da Mmmmh! per insegnarci a preparare il pesto pantesco e perfino un menù tipico dell’isola. Saluto Pantelleria sotto un cielo tappezzato di stelle e un leggero vento di Scirocco e mi risveglio di nuovo a Trapani. Sono ormai di casa, noleggio una bici e mi avvio verso le saline di Nubia. Il paesaggio è straordinario, tra mulini e vasche di decantazione, tra mucchi bianchi di cristalli purissimi e un cielo che si trasforma in mare. L’aria calda profuma di zagare e nei campi ormai spogli riposa ancora qualche melone giallo. Visito il museo del sale e poi il paese di Paceco che da i natali a ben 3 presidi slowfood: l’aglio rosso di Nubia, Il melone cartucciaro, e il pomodoro seccagno pizzutello. Sono momenti indimenticabili! Anche l’attesa dell’autobus alla stazione delle corriere, anche infine il ricordo della gentile accoglienza di questa terra (perché lo è, anche se in mezzo al mare) ordinata, orgogliosa e straordinariamente bella.